Fiorentina ultima in classifica: cosa fare per uscire dal baratro

La Fiorentina vive la sua stagione più buia: una crisi profonda che pesa sulla squadra, sull’ambiente e su un futuro che torna a far paura

La Fiorentina è precipitata in una crisi senza precedenti, ultima in classifica e agganciata al fondo della Serie A come non succedeva da anni. Quindici giornate senza vittorie, appena sei punti raccolti e una distanza sempre più larga dalla zona salvezza raccontano un quadro che non è più solo preoccupante, ma apertamente allarmante per tutto l’ambiente viola.

Paolo Vanoli in conferenza stampa
Fiorentina ultima in classifica: cosa fare per uscire dal baratro – (foto da conferenza stampa) – aversacalcio.it

La sconfitta per 1-2 contro il Verona al Franchi ha reso plastica la sensazione di crollo mentale e tecnico. Lo stadio ha visto una squadra incapace di gestire i momenti chiave, vulnerabile dietro e sterile davanti. Ogni errore pesa doppio, ogni episodio gira contro, in una spirale che sembra trascinare la Fiorentina sempre più giù.

La classifica segna un bilancio da retrocessione quasi certa: zero vittorie, poche reti segnate e una delle peggiori difese del campionato. La differenza reti è pesante e i punti accumulati non bastano neppure a restare agganciati al treno salvezza. I numeri non sono solo freddi dati, ma la prova concreta di una squadra che non riesce a reagire.

Rispetto alla scorsa stagione il crollo è ancora più evidente. Nello stesso periodo, un anno fa, la Fiorentina navigava in zona Europa e ambizioni, con una classifica persino lusinghiera rispetto alle aspettative. Oggi sembra un’altra società: gli stessi colori, ma un’identità smarrita, un’idea di gioco evaporata e una fragilità che emerge in ogni scelta tattica e tecnica.

La società ha scelto il silenzio stampa e un ritiro a tempo indeterminato per provare a contenere la caduta. È una mossa che fotografa bene la fase: non più semplice crisi di risultati, ma emergenza strutturale. Lo spogliatoio è sotto osservazione, così come il rapporto tra squadra e tifosi, ai minimi termini dopo l’ennesima delusione casalinga.

Vanoli in bilico e giocatori sotto accusa

Nel mirino c’è inevitabilmente l’allenatore Paolo Vanoli, chiamato a guidare una rimonta quasi impossibile. Il suo lavoro viene messo in discussione da risultati pessimi e da un’identità tattica che non si vede. Il gioco è lento, prevedibile, con pochi strappi e tanta confusione tra i reparti, soprattutto quando la partita si accende.

Paolo Vanoli in conferenza stampa
Vanoli in bilico e giocatori sotto accusa (foto da conferenza stampa) – aversacalcio.it

Le voci di un possibile esonero crescono, con diversi profili esperti accostati alla panchina viola. La dirigenza valuta se puntare su un tecnico di esperienza immediata in grado di portare una scossa emotiva prima ancora che tattica. Il rischio, però, è che un semplice cambio in panchina non basti a curare un problema che sembra più profondo.

Sul banco degli imputati salgono anche i giocatori. Il caso simbolo è David de Gea, arrivato per portare esperienza e leadership e finito al centro delle critiche per alcuni errori pesanti. Il portiere spagnolo è il volto di una squadra senza sicurezza, dove ogni sbavatura individuale diventa una sentenza e mina ulteriormente la fiducia del gruppo.

Rischio retrocessione e fragile illusione europea

Gli analisti ricordano che, con un bottino così basso dopo quindici giornate, salvarsi è rarissimo nella storia della Serie A recente. Non è una condanna matematica, ma un avvertimento serio: la Fiorentina deve cambiare passo subito, altrimenti il finale sarà scritto molto prima di primavera.

L’unico segnale positivo è arrivato dalle coppe europee, dove la squadra ha trovato qualche vittoria e barlume di entusiasmo. Anche quella parentesi, però, non è bastata a sbloccare la testa in campionato: il blocco riappare puntuale, come se la Serie A fosse diventata un terreno proibito per questa Fiorentina in apnea.

Il Franchi vive ormai di fischi, contestazioni e paura. Ogni partita in casa è una prova di nervi collettiva, con la squadra che gioca contratta e il pubblico spaccato tra rabbia e rassegnazione. Il rischio retrocessione non è più un tabù da scacciare con una battuta, ma una presenza concreta, che cammina fianco a fianco con il club e ne condiziona ogni decisione.

Per risalire servirà un cambio di passo radicale: scelte coraggiose, una scossa tecnica e mentale e la capacità di ritrovare un minimo di identità. Fino a quando questo non accadrà, la Fiorentina resterà intrappolata nel proprio incubo, con la classifica a ricordarle ogni giorno quanto sia breve il confine tra ambizioni europee e caduta nel vuoto.

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