Uno sguardo alle supercoppe europee del 2025, tra tradizione, format nuovi e viaggi lontani. Il calcio mostra quanto stia cambiando il suo modo di raccontarsi
Le supercoppe europee sembrano tutte uguali viste da lontano, ma nel 2025 raccontano storie molto diverse. C’è chi resta fedele alla partita secca, chi sperimenta final four, chi esporta il trofeo a migliaia di chilometri e chi lo usa come vetrina d’apertura della stagione. Questo mosaico racconta bene quanto il calcio del continente si stia muovendo su linee parallele sempre più lontane.

Il cuore del meccanismo resta semplice: incrociare il campione nazionale con il vincitore della coppa. La pratica, però, cambia molto. Basta confrontare Inghilterra, Spagna, Germania e Francia per vedere quattro filosofie diverse, a cui si aggiungono Portogallo, Olanda e la novità più curiosa: la supercoppa turca che diventa un mini-torneo.
Inghilterra: Community Shield, tradizione pura
La Community Shield 2025 si è giocata il 10 agosto a Wembley, il tempio che da decenni ospita questo appuntamento. In campo Liverpool, campione d’Inghilterra, e Crystal Palace, sorprendente vincitore della FA Cup. La partita è finita 2-2, poi il Palace ha vinto 3-2 ai rigori, regalando alla competizione uno dei risultati più inattesi degli ultimi anni.
Il formato resta immutato: gara secca, sede fissa, nessun viaggio internazionale. È un modo semplice per inaugurare la stagione, con una cornice che gli inglesi considerano quasi sacra. Il messaggio è chiaro: qui non si tocca nulla.
Spagna: Supercopa, il torneo che guarda al mondo
La Supercopa de España 2025 si è disputata dall’8 al 12 gennaio a Jeddah, in Arabia Saudita. Da quattro anni la competizione adotta una final four con semifinali e finale, coinvolgendo vincitrici e finaliste di Liga e Copa del Rey. L’edizione 2025 si è chiusa con un nuovo Clásico, vinto dal Barcellona sul Real Madrid con un netto 5-2.
La fede calcistica rimane spagnola, ma l’identità dell’evento è ormai globale. Sede, calendario e palinsesto televisivo dimostrano quanto la federazione punti sul formato “competizione da esportare”, trasformando una semplice supercoppa in un prodotto commerciale costruito per il pubblico internazionale.
Germania: nasce la Franz Beckenbauer Supercup
La Germania sceglie una strada più sobria. Dal 2025 la supercoppa porta il nome di Franz Beckenbauer, un omaggio simbolico che non cambia il cuore del format. Anche quest’anno si è giocata una sola partita: Stoccarda, vincitore della coppa, contro il Bayern Monaco, campione di Bundesliga. È finita 2-1 per i bavaresi, in un’atmosfera che celebra più la tradizione che lo spettacolo televisivo.
Qui la novità non sta nella formula, ma nella narrazione: un trofeo reintitolato al più grande simbolo del calcio tedesco per dargli un peso identitario più forte.
Francia: Trophée des Champions, la supercoppa itinerante
Il Trophée des Champions 2025 si giocherà l’8 gennaio 2026 in Kuwait City. In campo andranno Paris Saint-Germain e Olympique Marsiglia, in una sfida che supera i confini francesi da anni. Questa competizione, infatti, ha viaggiato tra Cina, Canada, Israele e Qatar, diventando una delle supercoppe più globalizzate del panorama europeo.
Si tratta sempre di una gara secca, ma proiettata verso vetrine internazionali. È una scelta che divide: entusiasmo all’estero, molte perplessità tra i tifosi francesi.
Portogallo, Olanda e il caso turco
Portogallo e Paesi Bassi restano fedeli alla partita unica: Benfica-Sporting per la Supertaça e PSV-Go Ahead Eagles per la Johan Cruijff Schaal, entrambe disputate tra fine luglio e inizio agosto. Due modelli semplici, rapidi, quasi rassicuranti.
La Turchia invece cambia tutto. La nuova Turkish Super Cup diventa una final four con Galatasaray, Fenerbahçe, Trabzonspor e Samsunspor, semifinali in città diverse e finale all’Atatürk Olympic Stadium. È il format che più si avvicina alla filosofia spagnola: competizione itinerante, tre partite, atmosfera da mini-torneo.
Il quadro generale mostra due correnti: chi difende la supercoppa come rito domestico e chi la trasforma in evento globale. Nel mezzo scorre l’immagine di un calcio europeo sempre più diviso tra nostalgia e ambizione commerciale.




